S. Angelo-Serrara Fontana

Ischia Sant’AngeloE’ il meno popolato comune dell’isola ed il più alto, perchè dal livello del mare si estende fino alla vetta dell’Epomeo. Il suo territorio è prevalentemente collinare e la popolazione è dedita soprattutto all’agricoltura. Da Fontana si raggiungere a piedi o in sella ad un mulo la vetta del monte Epomeo. Il centro più famoso del centro del comune è il villaggio di Sant’Angelo, vicino, con l’omonima torre, alla spiaggia dei Maronti ed alla sorgente di Cavascura.

IL PAESE: Il paese, diviso in due, raccoglie in se soprattutto la capacità di esprimersi e l’ “umiltà” della natura. Particolarmente caratteristicol’antico borgo di Sant’Angelo.

L’AMBIENTE: Come il confinante Comune di Barano, Serrara Fontana e’ una successiva aggregazione di localita’ marine e di ambienti collinari-montani. Ha una costa limitata ma con una formidabile concentrazione di bellezze naturali: Sant’Angelo, Cava Grado, la prte finale die Maronti con le Fumarole. Inoltre le terme: la sorgente di Cava Scura, a ridosso dei Maronti, e i Bagni Termali, a breve distanza dalla sorgente di Olmitello. Questo piccolo comune ha conservato, soprattutto nelle frazioni collinari, valori genuini: nelle costruzioni, nelle attivita’ economiche, nel carattere della gente. E’ un tuffo nella spontanieta’, ma anche in uno degli ambienti piu’ spettacolari dal punto di vista panoramico e delle occasioni di scoperta che i tanti piccoli sentieri consentono.

Si può dire che il comune vanta diversi “primati”: è, infatti, in termini di popolazione, è il meno popoloso dei sei comuni dell’isola d’Ischia; è, però il più alto, sorge infatti a 366 metri s.l.m. È inoltre l’unico comune dell’isola che si prolunga dal mare con il borgo di Sant’Angelo fino alla vetta più alta dell’isola dove si trova una splendida foresta chiamata “falanga”.
Il comune di Serrara Fontana nasce dalla fusione dei centri abitati di Serrara (capoluogo) e di Fontana, lungo le pendici del monte Epomeo a circa 360 mt sul livello del mare con un’economia prevalentemente agricola. Tuttavia il territorio comunale, si compone anche di diverse frazioni e località. La più rinomata è Sant’Angelo, piccolo borgo di pescatori, è tra i posti più belli ed affascinanti dell’isola ed è diventato un centro turistico di primo piano, quasi esclusivo. Non a caso, la cosiddetta Torre di Sant’Angelo, un enorme masso tufaceo legato al resto dell’isola da un piccolo istmo, è oggi il simbolo dell’intero comune montano. Alcune dei nomi dei luoghi indicano la presenza dell’uomo fin dalla preistoria, avvalorato anche dai reperti archeologici, che vanno dall’età del ferro al periodo della Magna Grecia, a quello ellenistico per giungere al Medioevo. La località Calimera, ad esempio, deriva dal greco kalè emera, in italiano buongiorno, poiché è questo uno dei primi siti dell’isola ad essere irraggiato dal sole nascente. Al Medioevo, invece, risale il nome Fontana, dovuto alla presenza di una copiosa fonte d’acqua potabile, intorno alla quale dovette sorgere il casale. Fonte che i più riconoscono nella fonte di cava di Pallarito e che fu distrutta da una frana circa 200 anni fa. Il nome Serrara, invece, è più recente e significa “montuoso”. Compare ufficialmente insieme all’abitato con la fondazione della Parrocchia nel 1641. Il comune offre tante cose interessanti da vedere, come nell’abitato di Fontana, la chiesa parrocchiale di S. Maria la Sacra, costruita nel 1374, a S. Angelo la chiesetta di San Michele Arcangelo elevata a Parrocchia nel 1923, o sul monte Epomeo l’eremo di San Nicola con annessa la chiesetta, entrambi scavati nel tufo verde antecedente al 1459. Ma queste non sono le sole costruzioni scavate nel tufo, infatti, sparse un po’ per tutto il comune, è possibile trovare caratteristiche e particolari costruzioni adibite ad abitazioni e a cantine scavate nel tufo che ha la proprietà di mantenere una temperatura gradevole sia nel periodo invernale che in quello estivo.

Tra Cultura,Arte ed Evasione….

MONTE EPOMEO
(788 metri) Una splendida ed indimenticabile passeggiata tra percorsi di suggestione incredibile, a piedi o dorso di un mulo (viene noleggiato presso la chiesa parocchiale). Da qui lo sguardo puo’ spaziare su tutto il golfo di Napoli e sull’intera isola.

EREMO DI SAN NICOLA
Sotto la vetta del monte Epomeo si trovano l’eremo e la chiesetta di san Nicola del XV sec., interamente scavati nella roccia. La chiesa è dedicata a San Nicola di Bari. Sull’altare vi è un bassorilievo de santo del 1504.

SANT’ANGELO
Un bellissimo borgo di pescatori, una vera e propria oasi di tranquillità. L’isolotto è alto 106 metri e legato all’isola da un istmo lungo 119 metri. In seguito vi fu cotruita una torre di vedetta, della quale si vede ancora la parte inferiore e che fu distrutta dalle cannonate del 1809. L’accesso alle auto è vietato.

SANTA MARIA DEL CARMINE
Si compone di due navate. Di particolare interesse le tele della Madonna del Carmine e di santa lucia, nonchè il amrmoreo altare maggiore del XVIII sec. Dalla piazzetta si può osservare un bellissimo panorama.

L’EPOMEO
Serrara Fontana – Casa nella rocciaGuadagnare la vetta dell’Epomeo, a piedi o più comodamente a dorso di un mulo, consente al turista non solo di gioire di un panorama talmente straordianrio da strappare esclamazioni di vera e profonda meraviglia, ma di vivere altresì un’avventura ben al di la di ogni limite fisico e naturale. L’Epomeo e’ avventura per la selvaggia bellezza del paesaggio che lo circonda, per il vasto silenzio, per i freschi sentori ed i dolci profumi mediterranei di cui è intriso, per l’incomparabile visione che da esso si gode e che accomuna coste, isole, mare, cielo e monti partenopei, anzi campani e laziali. L’Epomeo, denominato anche Monte Forte nel ‘700, e dal popolo sempre San Nicola, è il rilievo più importante dell’isola. Furono contadini, probabilmente, quelli che in tempi antichi cominciarono a scavare nella roccia, a colpi di piccone, grotte o ripari per difendersi da pioggia e freddo; tali anfratti vennero ampliati e rifiniti nel corso del tempo, ricavando dalla massa tufacea cunicoli, gallerie e la chiesetta dedicata a San Nicola di Bari. Sulle verdeggianti pendici dell’Epomeo, in grotte, forre e dirupi, si rifugiavano gli abitanti dei dintorni al tempo delle invasioni ed in caso di pericolo; lì, in fosse profonde, si ammassava neve d’inverno per trarne ghiaccio d’estate, quando questo non era ancora prodotto artificialmente, allo scopo di mitigare l’arsura della sete e del sol leone; sulla cima del monte si accendevano i fuochi per segnalare l’avvicinarsi di navi nemiche o, più genericamente, situazioni di rischio o minaccio per gli siolani. Il turista che sale sull’Epomeo incontra lungo il percorso e sulla cima diversi caratteristici punti di ristoro, e può gustare, volendo, tipici piatti locali. La strada, partendo da Fontana, è asfaltata e di facile percorso, benchè piuttosto erta; nella parte più elevata diventa una mulattiera, ma sufficientemente comoda. Chi può è bene che faccia a piedi l’intero tragitto: ne trarra grande giovamento fisico, mentale e spirituale.