Forio d’Ischia

Forio d’Ischia – centroE’ il paese più esteso del’isola (12,85 Kmq), occupante la fascia occidentale, con una popolazione che sfiora gli 11.600 abitanti. E’ uno dei centri più antichi e famosi dell’isola, dove all’inizio degli anni ’50 si davano appuntamento poeti e artisti da ogni parte del mondo.

IL PAESE: Un apesaggio movimentato, che alterna luoghi mondani ed angoli tranquilli, luoghi affollati e calette riservate, bagni marini caldi ed aria collinare. Lo stesso abitato rispecchia gli aspetti del paesaggio: nell’ordinato reticolo delle stradine strette ed aggrovigliate; negli edifici sette-ottocenteschi, le torri, le chiese ricche di preziosi ed antichi affreschi, le cupole neoclassiche.

L’AMBIENTE: Il paese si adagia attorno ad una punta che si immerge dolcemente in mare e che lha la maggiore prominenza nella Chiesa del Soccorso. La punta divide in due parti la costa, compresa tra Zaro e punta Caruso, ed una serie di promontori e rientarnze, penisolette, scogli e cavità che va da punta Imperatore a punta dello Schiavo, a capo Negro a Chiarito.

Secondo lo Jasolino, medico del ‘500, Forìo deriverebbe da Fiorio in quanto fiorì dopo la distruzione di altri Casali, altri studiosi ritengono invece da phoros (ferace – fertile), altri ancora dal greco chorìon (villaggio). La leggenda, riferita dal D’Ascia, vuole che un castellano del Castello Aragonese, stanco di vivere sul castello con quattromila persone, disse “Fuori io!” e se ne andò dall’altra parte dell’isola a fondare questo comune.
Forio ha subito nei secoli diverse invasioni da parte dei Saraceni, di cui conserva marcati segni nell’architettura locale. Negli anni cinquanta molti artisti di tutto il mondo si davano appuntamento in questo Comune, attratti dalla bellezza dei luoghi e dalla cordialità dei residenti. Lungo la costa sorgono molte torri di avvistamento e difesa, la più famosa di queste è il Torrione.
Il centro storico esercita un fascino particolare con i suoi palazzi nobiliari, le tipiche viuzze, gli “atelier” dei pittori locali, le minuscole botteghe artigiane di ceramiche, le chiese ricche di storia e di arte. Molto suggestiva è la famosa chiesetta del Soccorso situata all’estremità di uno splendido piazzale, piazzale Giovanni Paolo II (già piazzale del Soccorso), da poco ristrutturato appunto in occasione della visita pastorale di papa Giovanni Paolo II in data 5 maggio 2002. È uno dei pochi posti al mondo dai quali talvolta è possibile assistere, in particolari condizioni, al fenomeno ottico del raggio verde in concomitanza con il tramonto del Sole. Inoltre si può ammirare uno shopping center tipico di un rinomato luogo turistico.
Amministrativamente comprende diverse contrade (Monterone, Cierco) e la frazione di Panza, che nei secoli ha subito, come il capoluogo, diversi attacchi da parte dei Saraceni, di cui conserva marcati segni nell’architettura locale

Tra Cultura;Arte ed Evasione….

CHIESA DI SANTA MARIA DELLA NEVE
E’ più conosciuta come la Chiesa del Soccorso; è un meraviglioso e solare esempio di architettura mediterranea spontanea.

CHIESA DI SAN CARLO BORROMEO
Capolavoro architettonico fatto costruire nel 1960. La chiesa è a croce latina con una sola navata ed è singolare per l’uso particolare del tufo verde adoperato per la realizzazione del portale esterno, degli archi e del cornicione che corre luncho tutta la chiesa dei pilastri.

BASILICA DI S.MARIA DI LORETO
E’ ricca di opere d’arte non solo pittoriche ma anche scultorie e di preziosi oggetti di culto.Forio chiesa del Soccorso

LA MORTELLA
Nella villa ha vissuto per circa 30 anni Sir William Walton, uno dei più grandi compositori inglesi contemporanei, e le sue ceneri, per sua volontà, riposano qui. Il giardino, dove oggi vive la moglie Susanna, e la casa museo dove il maestro componeva le sue opere sono aperti al pubblico.

MUSEO E GROTTE DEL VINO
Una piacevole passeggiata nella azienda vinicola che produce il vino Pietratorcia, tra le vigne e le grotte, per poi concludersi nella cantina ischitana ricavata nel tufo. Assaggio del vino.

TORRI
Le torri “superstiti” sono 10: Torrino (1480), Quattrocchi (‘700), Nocera (sec. XVI), Sferratore (sec. XVI), Csa Patalano (sec. XVI), Milone (sec. XVI), Pertesta, Torone, Cierco e la torre Cigliano. Le più antiche sono di forma circolare, le più recenti di forma quadrangolare. Servirono per l’avvistamento dei saraceni e per il ricovero degli abitanti.

MUSEO CIVICO IL TORRIONE
Sorge nella via omonima, ha svolto le funzioni di torre di avvistamento e di difesa. Era fornito di diversi cannoni, uno dei quali vi rimase fino al 1787, usato per sparare a salve nei giorni delle maggiori festività religiose. Vi sono esposte le opere dello scultore Giovanni Maltese. Il museo può essere visitato.

CANTINE DI PIETRATORCIA – CIVILTA’ CONTADINA E VINI DI PREGIO DELL’ISOLA D’ISCHIA
Forio palazzoLe cantine di Pietratorcia sorgono a Forio, sul versante occidentale dell’isola d’Ischia, grazie all’impegno di giovani appassionati che hanno voluto riprendere e valorizzare la tradizione di antiche famiglie isolane, Iacono, Regine e Verde. Le vecchie cantine di famiglia sono state ristrutturate ed attrezzate, i 7 ettari di terreno sono stati reimpiantati con vitigni selezionati ed oggi, grazie all’assistenza dei tecnici del prestigioso istituto di San Michele all’Adige, sono pronti vini di pregio in piccole produzioni che vogliono recuperare la grande vocazione enologica che nei secoli i contadini di Ischia hanno creato strappando il terreno alle pendici dell’Epomeo. Le cantine e le vigne sono aperte al pubblico e, da aprile a ottobre, e’ possibile visitarle degustando i vini ed assagiando piccole prelibatezze ispirate alla cucina contadina ischitana.

* Il fregio scelto come marchio per le cantine di PIETRATORCIA è il decoro di un cratere dell’VIII secolo avanti Cristo rinvenuto a Ischia nella necropoli della baia di San Montano.

* La Pietra Torcia è una grande pesante pietra di tufo verde, con un foro in alto e due laterali, utilizzata per secoli dai contadini di Ischia come peso nella spremitura delle uve successiva a quella effettuata con i piedi.

* Tifeo fu il gigante che capeggiò la rivolta contro gli dei e che tentò di sclare l’Olimpo sovrapponendo grandi rocce le une alle altre. Sconfitto fu incatenato da Giove alla rupe dell’Epomeo.